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Prova: Mercedes SLK 200 Kompressor (restyling) – Senza tempo

Sono passati ormai dodici anni da quando la Mercedes ha presentato la prima SLK. A fare scalpore fu soprattutto il tetto di metallo ripiegabile.

Nel frattempo praticamente ogni casa automobilistica ha inserito nel suo programma una cabrio con hard top, ma non su tutte funziona così bene come sulla Mercedes arrivata al suo quarto restyling. Per questa prova abbiamo guidato la 200 Kompressor.
Tra l'ultimo compressore SLK 200, che con una cilindrata di 1,8 litri sfrutta tutti i 184 CV, e il vecchio modello due litri con 136 CV del 1997 c'è una differenza abissale. Solo il rombo del motore è rimasto quello di sempre, forte e poco armonioso.

21 CV di potenza in più

L'attuale SLK 200 non ha solo 48 CV in più rispetto alla prima 200, bensì altri 21 CV rispetto al modello predecessore del restyling. La potenza aumenta fino a superare la soglia dei 100 CV e contribuisce a una prestazione sportiva autentica di questa auto a due posti che pesa solo 1,4 tonnellate. Mercedes afferma che sono necessari 7,6 secondi per lo spunto standard. Noi ci siamo riusciti dopo 8,6 secondi. La causa principale di questo ritardo è il cambio manuale un po' rigido e il controllo di trazione, non completamente disattivabile, che non consente lo slittamento necessario per un'accelerazione ottimale.

Infatti la propulsione si arrende solo a 236 km/h. Anche una Golf GTI con 16 CV in più non sarebbe più veloce. Con questo temperamento la SLK deve accontentarsi di 7,7 litri di super. Nel nostro giro a ciclo economico, la Roadster ha consumato 8,6 litri; si può riuscire a rimanere sotto agli otto, mentre normalmente si viaggia intorno ai dieci litri e si superano senza problemi gli undici.

Assetto perfetto

Chi sale su una SLK, non si lamenta di certo del suo assetto rigido. Nel modello di prova era installato il pacchetto sportivo che prevede un telaio sportivo e quattro grandi ruote da almeno 17 pollici. La nostra SLK era dotata anche del pacchetto AMG con cerchi da 18 pollici montati su pneumatici misti: 225/40 R18 all'anteriore e 245/35 R18 sul posteriore. Nonostante queste dimensioni considerevoli, le sospensioni della SLK riescono ad attutire con maestria le irregolarità del fondo stradale. L'inserimento in curva è rapido e piacevolmente neutrale per poi spingere con il giusto ritardo e, quindi molto dolcemente, sul bordo esterno della curva attraverso l'asse anteriore. Il colpo di coda viene impedito innanzitutto dalla trazione elevata e in secondo luogo dall'ESP, non disattivabile, sempre pronto a garantire la massima affidabilità.

Affidabilità è la parola d'ordine anche per l'impianto frenante. Il pacchetto sportivo prevede i dischi da 200 e 330, invece dei soliti da 228, addirittura forati per migliorare il raffreddamento ed eliminare lo sporco. Ecco la Roadster ferma esattamente dopo 37 metri, indipendentemente da quanto siano caldi i freni!

Una vera chicca è sicuramente lo sterzo diretto, disponibile con un piccolo sovrapprezzo. Risulta particolarmente utile nel traffico cittadino e nei tragitti tortuosi per conferire maggiore maneggevolezza al volante pur lasciando trapelare tutto il fascino dell'auto sportiva.

La Mercedes non ha risparmiato nulla all'allestimento dell'auto di prova. Gli uomini di Stoccarda hanno montato degli extra per un valore di 20.000 euro, molti dei quali non sono necessari come la regolazione elettrica dei sedili, il tergicristallo con sensore pioggia e il costosissimo (ma in effetti geniale) sistema di navigazione Command.

Fendinebbia come luce di svolta

Chi sta pensando di concedersi anche i fari allo bi-xeno, deve comunque tener ben presente che con i fari accesi e a velocità in curva fino a 40 km/h marcerà sempre con uno o addirittura entrambi i fendinebbia accesi. La Mercedes, come anche la Skoda sulla Fabia, sfrutta questo sistema principalmente come un'utile funzione di assistenza alla svolta.

Fortunatamente su lavorazione e materiali non è necessario spendere una sola parola. Le aspettative sono state soddisfatte. I comandi sono semplici come in passato e la disposizione generale risulta elegante e raffinata. Perfino i sedili sono degni di nota in una sportiva a due posti. Se nella prima SLK erano lisci e non sagomati, oggi questi sedili avvolgenti ci fanno sentire a nostro agio.

Sintesi

Sicuramente anche l'ultima SLK saprà invecchiare bene. Si tratta di un auto costruita per durare decenni. Non presenta punti deboli, se non per la politica dei rincari e dell'onerosissimo prezzo base che, però, viene compensato dal valore dell'usato; infatti la SLK rientra ancora una volta tra le vetture che vantano una delle maggiori stabilità di valore.

La SLK è e sarà sempre un autentico classico destinato a durare in eterno o quasi.

Pronto per gli step successivi?

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