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Prova di confronto: Jaguar XF vs. BMW 525d – La magia del design

Appena arrivata sul mercato, la Jaguar XF con motore diesel da 2,7 litri già deve affrontare il confronto con la vettura di punta della classe media superiore, la BMW 525d.  Ecco in breve le prestazioni della nuova Jaguar per fronteggiare la versatile BMW nell'elitaria business class.

Le Jaguar sono poco moderne, hanno una linea borghese e hanno fatto il loro tempo. Questo secondo i pregiudizi. Ma ora i tempi sono cambiati in Inghilterra.

Stile progressivo

Quando Jaguar presentò l'XF, erede della S-Type dallo stile ampiamente rivisitato, nella tarda estate dell'anno scorso i più fanatici sostenitori del marchio alzarono la voce: "Cosa ne è stato del design Jaguar? Quella sembra una giapponese!" Queste solo alcune delle critiche che la nuova lady dovette sentirsi. Con il tempo tuttavia, lo stile della XF, ha avuto successo. Gradualmente si rendono visibili parallelismi con altri modelli Jaguar. Inoltre, l'eleganza delle linee le dona l'aura di una coupè a quattro porte, senza che questo debba essere espressamente fatto notare. Il parabrezza anteriore e quello posteriore hanno lo stesso angolo che nella coupè sportiva XK, e il dinamismo felino è evidente anche quando la vettura è ancora ferma.

Estetica antiquata

Tutt'altro discorso per la BMW. La forma è dettata dalle funzioni, nonostante per la Serie 5 questo adattamento non sia difficile. Certo, sulla base di criteri esteriori la bavarese sembra antiquata se confrontata con la XF. Addirittura molto antiquata. Nemmeno il lifting minimale apportato di circa due anni fa può farci molto. Ma non contano solo valori esteriori. Gli acquirenti del settore, oltre a desiderare un'auto con un design di qualità e che non passi di moda, vogliono immergersi con tutti i sensi nella consapevolezza di essere alla guida di una vettura di classe superiore.

Mania di grandezza

Entrambi i veicoli posseggono un abitacolo dalle proporzioni generose. Sulla base delle dimensioni lo si dovrebbe proprio poter supporre. L'inglese misura 4,96 metri dalla testa alla coda, mentre da parafango a parafango sono quasi 1,90 metri. In questo modo, essa si accosta per dimensioni alla classe superiore. Per esempio una Lexus LS 460 a parità di larghezza è lunga solo sette centimetri in più.

La 525d bavarese, invece, da questo punto di vista dimostra una parsimonia scozzese. È più corta di dodici centimetri e più stretta di quattro rispetto alla XF, cosa che comunque non si nota nell'abitacolo. Si ha addirittura la sensazione che sia più spaziosa. Se nella BMW i finestrini laterali sono abbastanza dritti, la carrozzeria della XF, che si restringe verso l'alto, limita un po' lo spazio riservato al capo.

Un piacere per l'udito

Le due concorrenti seducono i sensi già al momento di sedersi. I motori elettrici ronzano piacevolmente mentre regolano i sedili in pelle che “scricchiolano” morbidamente. Il suono pieno nel chiudere la porta è simile a quello di una protezione corazzata e trasmette una sensazione di sicurezza

Dopo aver premuto il pulsante di avvio, entrambe iniziano a rombare sordamente, ricordando che nella scelta del motore la massima priorità è andata alla ragione. I propulsori diesel si fanno sentire, all'interno meno che all'esterno. Ma soprattutto nelle fase di accelerazione i sei cilindri alzano la voce. Tuttavia non perdono mai il contegno. Non c'è nemmeno una differenza di suono soggettiva tra i due diesel premium. Quello che proprio non è premium è il suono dei segnalatori di direzione dell'XF: un rumore grossolano, che si addice più ad un camion che a un veicolo di lusso. Chi ama la musica può sentirsi attratto dal sistema Bowers & Wilkins Surround Sound, ma il famoso marchio HiFi (anch'esso inglese) non ci ha convinto abbastanza in rapporto al prezzo. Sarebbero desiderabili un po' più di pienezza e precisione del suono, soprattutto per la modalità radio analogica.

Un piacere per il tatto

Benchmark per la lavorazione e la scelta delle materie plastiche è la BMW. Non c'è niente di cui lamentarsi, qualunque concorrente fa fatica a starle alla pari. Ciononostante la Jaguar se la cava in modo notevole. Il cuoio perfettamente cucito, la maneggevolezza della plastica e il piacevole legno testimoniano la sua qualità. Discutibili per i pignoli alcuni componenti in plastica poco raffinati e il materiale dei doppi portabevande posteriori. Gli inglesi dimostrano la loro passione per i dettagli con le scritte sui listelli di regolazione delle bocchette dell'aria dove è stato "inciso" il nome "JAGUAR", in modo che non ci si dimentichi in che ambiente ci si trova.

Sedili

I sedili della BMW sono meravigliosi, tuttavia la versione comfort montata sulla vettura di prova, comporta un sovrapprezzo. Con essi, il guidatore può tra le altre cose allungare l'appoggio gambe, regolare la larghezza dello schienale, rafforzare il supporto lombare e regolare l'angolo della seduta. Tutto ciò avviene elettricamente e, se lo si desidera, l’impostazione può essere memorizzata. Un particolare interessante: i lati dei poggiatesta si possono ripiegare leggermente in avanti. Una rievocazione della poltrona della nonna, semplicemente comodissima.

E la Jaguar? Di serie ha sedili di pelle regolabili elettricamente e riscaldabili. La tenuta laterale è buona e la posizione per sedere comodamente si trova anche in questo caso in un batter d'occhio. Nel confronto diretto, tuttavia, si ha la sensazione che nella Jaguar ci si sieda sui sedili, nella BMW la sensazione è avvolgente. Con i sedili di serie della BMW, comunque, la cosa ha un aspetto diverso. Per quanto riguarda il sedile posteriore, entrambe sono molto simili: le cinque posti sono in realtà solo quattro posti, una quinta persona, in entrambi i casi, deve rinunciare ad un certo comfort.

Senza tasti

Meno somiglianze ci sono invece per quanto riguarda la struttura degli strumenti di comando del cruscotto. Sull'iDrive della BMW non occorre certo dilungarsi: o lo si odia, o lo si ama - la seconda alternativa, tuttavia, solo dopo una certa pratica. Certo, la fase di adattamento è lunga quanto le spiegazioni a riguardo nel manuale. Anche per l'uso del cruise control, disponibile su sovrapprezzo, bisogna prima farci l'abitudine.

Non è così nell'XF dallo stile chiaro e moderno. Gli elementi di comando più importanti si distribuiscono come da tradizione nell'area centrale del cruscotto. Una novità è l'ulteriore possibilità di comando tramite touch screen, nel quale viene anche ospitato il sistema di navigazione, disponibile su sovrapprezzo. Un vantaggio per gli utenti è quello non dover necessariamente studiare il manuale.

Elemento di comando geniale

Un vero colpo di genio è la realizzazione della "cloche del cambio automatica". Da ora in poi la Jaguar dice addio al cambio tradizionale. Non appena viene inserita l'accensione, un selettore rotativo argentato esce morbidamente e con stile dal centro della plancia. I comandi sono estremamente razionali. Il cambio manuale è reso possibile dalle leve in plastica dietro al volante. Letteralmente un highlight è l'accensione dell'illuminazione interna della XF. Per accendere e spegnere le luci basta accarezzarle leggermente, non è nemmeno necessario toccarle. È una soluzione elegante e che aumenta la sicurezza, perché non si deve più cercare l'interruttore al buio.

Grandi prestazioni

I motori diesel sono ora di moda nella business class come mai nel passato. Jaguar prevede di consegnare circa il 70 percento di tutti i modelli XF nella versione diesel da 2,7 litri. Il motore, grazie ai due turbo compressori, fornisce 207 CV e accelera l'inglese fino a 230 km/h. La 525d, nominalmente, raggiunge solo i 197 CV con il diesel da tre litri, tuttavia questi sono sufficienti a sorpassare a passo d'uomo una XF a velocità massima.

Accelerazione

Prima di tutto: circa 200 CV diesel sono perfetti per questa classe di veicoli. Ad essi si aggiunge la coppia di 435 Nm nella XF e di 400 Nm nella 525d, in entrambi i casi in massima armonia con il cambio automatico a sei marce. Così equipaggiati, i bolidi da 1,7 tonnellate passano da 0 a 100 km/h in circa otto secondi. Nel confronto diretto, tuttavia, la BMW ha sempre un leggero vantaggio. Indipendentemente dalla velocità la Jaguar, in realtà più potente, non riesce a starle alla pari. Nonostante questo, la cinque posti supera senza problemi la soglia dei 250 km/h; questo fa sorgere il dubbio che sotto il cofano della vettura di prova per la stampa ci sia qualche cavallo in più di quelli annunciati ufficialmente.

Risparmio

Il consumo indicato da BMW è di 6,5 litri di diesel. Jaguar sostiene che alla XF bastino 7,5 litri per 100 km. Le indicazioni sono una cosa, l'esperienza un'altra. La XF, con un coefficiente di resistenza aerodinamica bassissimo, di soli 0,28, va come una freccia. Durante la prova ha avuto bisogno di 9,1 litri, in realtà un valore davvero buono. La BMW ha brillato con un morigerato valore di 8,0 grazie al sistema EfficientDynamics parziale (un sistema automatico start-stop non è disponibile per la 525d) e a un coefficiente di resistenza aerodinamica di solo 0,27.

Sospensioni

Il confronto del comfort di guida non si è svolto alla pari: la XF si è presentata all'appuntamento con cerchi da 19 pollici e pneumatici da 245 mm, disponibili su sovrapprezzo, mentre la BMW aveva delle microscopiche ruote 225/50 R17 (di serie 16 pollici). Questo significa che la BMW aveva i migliori presupposti al riguardo. La bavarese, fondamentalmente rigida, ammortizza come ci si aspetta da una BMW: con un comfort sportivo.

Gli ingegneri di Jaguar hanno cercato di realizzare una cosa simile sul loro prodotto, ma il comfort di guida a velocità moderata viene ridotto a causa delle grandi ruote, che sobbalzano molto rigidamente sulle irregolarità. In autostrada si avverte una leggera oscillazione dell'assale anteriore, che comunque non dà fastidio e si nota solo nel confronto diretto con la BMW. Proprio dal punto di vista dei pneumatici giganti, quindi, il risultato convince. E di serie la XF corre su strada su eleganti 17 pollici. Dal punto di vista sportivo, la Jaguar, come già molti dei suoi predecessori, affronta le curve senza fatica. Lo sterzo è molto maneggevole e preciso. Corre indisturbata, perfettamente a suo agio, sulle tortuose strade extraurbane, ed è un vero piacere guidarla. Nella BMW ha predominanza l'asse posteriore e, se il guidatore lo desidera, sovrasterza volentieri. L'ESP, comunque, sorveglia costantemente che non si sia troppo aggressivi.

Il piacere delle sensazioni

Per portare l'equipaggiamento dei bavaresi al livello di quello degli inglesi, tuttavia, devono essere ordinati anche l'assistente di parcheggio, il sensore pioggia, il volante multifunzionale, il cruise control, i sedili in pelle con riscaldamento incluso, il sistema di accesso e di accensione senza chiavi e l'interfaccia Bluetooth, nonché gli schienali dei sedili posteriori ribaltabili separatamente. Se si somma tutto questo, il risultato è un piccolo vantaggio economico a favore della Jaguar. Volendo si possono aggiungere anche il sistema di navigazione, i fari bixeno e altre comodità che fanno salire il prezzo pari ad una cifra  per la quale meno di dieci anni fa era possibile avere una BMW 730d ben equipaggiata, con circa 200 CV e cambio automatico.

Conclusione

Jaguar ha prodotto ancora una volta uno dei veicoli più belli ed eleganti e, grazie al moderno design rivisitato, può conquistare nuovi clienti. Il motore con candelette di preriscaldamento si inserisce perfettamente nell'immagine complessiva, e il consumo dovrebbe essere inferiore. Il comportamento su strada è agile, il comfort, nonostante i pneumatici giganti da 19 pollici, è buono, anche se si consigliano i 18 pollici. L'abitacolo è molto spazioso, i sistemi di comando innovativi ed intuitivi. Le rifiniture potrebbero essere più attente in alcuni punti. La veterana 525d è, da un punto di vista razionale, migliore per la maggior parte degli aspetti. Bisogna abituarsi all’uso dell’iDrive e del cruise control. Il suo design, tuttavia, è antiquato in confronto a quello dell'XF. E proprio questa è la chance della nuova Jaguar.

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