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Prova auto usate: Maserati Spyder – Un Tridente da collezione

Com’ è noto agli appassionati di auto da competizione, il rosso, secondo i regolamenti sportivi internazionali, ha rappresentato il colore ufficiale delle vetture da corsa italiane fino al '70.

Ebbene, neanche a farlo apposta, la Maserati Spyder che abbiamo ritirato presso gli stabilimenti di via Ciro Menotti brillava proprio del colore orgoglio del bel paese. Sviluppata in sinergia con Italdesign e Giugiaro, questa Spyder si caratterizza per stile compatto e linee perfettamente equilibrate, che la rendono il giusto compromesso tra una sportiva purosangue ed una Spyder d'alto rango.

Simbolo di una passione tutta italiana per la tecnologia orientata alle prestazioni, anche questa Maserati porta, con fierezza, sul proprio cofano, il simbolo del Tridente, depositato nel dicembre del 1924, e originato dalla statua che raffigura il dio Nettuno. Quest'ultima, sita nella piazza centrale di Bologna, è stata proprio la musa ispiratrice per Mario, l'unico, dei sei fratelli, non incline alla scienza dei motori.

Equipaggiata con un 8 cilindri a V di 90° con cilindrata pari a 4244cc l'ultima Spyder del costruttore modenese è in grado di staccare tempi, in accelerazione ed in frenata, eccezionali; i 100 km/h si possono raggiungere in poco più di 5 secondi mentre per coprire i 400m bastano 13.1 secondi e la velocità di uscita, nella migliore delle prove, è stata di ben 178.9 km/h.

Il propulsore molto compatto pesa 184 kg e dispone di basamento e teste cilindri in lega di alluminio e silicio e un albero motore in acciaio forgiato e bonificato che appoggia su cinque supporti di banco. La distribuzione è a due alberi a camme in testa per ogni bancata (con 4 valvole per cilindro) ed il loro azionamento avviene per opera di una catena. La fasatura sul lato di aspirazione è variabile ed il variatore stesso funziona con tempi di attuazione inferiori anche ai 0.15 secondi, mentre, l'iniezione e l'accensione elettronica, sono integrate e gestite dal sistema Bosch ME7.3.2.

Come per molti altri propulsori, di connotazione estremamente sportiva, la lubrificazione è del tipo a carter secco con 3 pompe di recupero ed una di mandata integrate nello stesso gruppo contenente anche quella del fluido refrigerante.

I valori di coppia e potenza massima rappresentano sicuramente un riferimento nella categoria: 390 CV (287kW) a 7000 giri/min e 451 Nm a 4500 giri/min. Al fine di poter sfruttare completamente la generosa potenza e l'esuberante coppia motrice, gli ingegneri della Maserati hanno scelto di equipaggiare la vettura con un cambio longitudinale a 6 marce, posizionato posteriormente, in blocco con il differenziale, che può essere di tipo manuale o robotizzato; in quest'ultimo caso la Spyder viene commercializzata in versione Cambiocorsa.

Direttamente ereditata dalla Formula 1, la tecnologia alla base del nuovo cambio elettroassistito contribuisce, non poco, a migliorare le prestazioni della vettura. La cambiata avviene grazie all'utilizzo di leve a bilanciere, solidali con la plancia, e posizionate dietro il volante. Allo scopo di offrire una buona versatilità di guida sono previste quattro diverse logiche di funzionamento: normale, sportiva, completamente automatica e a bassa aderenza. I primi due setup, normale e sportivo, prevedono l'utilizzo delle apposite leve, denominate UP e DOWN, per la scelta del rapporto; nel primo caso viene prediletta una guida confortevole nel secondo si può far conto su un aggressività della cambiata molto simile a quella di una vettura da competizione. Nella configurazione automatica si assiste ad una gestione fluida della cambiata che assicura un elevato comfort di marcia. In caso di fondo ghiacciato o innevato, infine, si può scegliere la quarta ed ultima logica di funzionamento prevista (bassa aderenza); le partenze e le cambiate risulteranno ancora più ammorbidite, fluide e tali, comunque, da assicuirare la necessaria motricità.

Ma le qualità della Maserati Spyder non si limitano, come del resto c'era da aspettarsi, al solo propulsore. Anche le sospensioni, studiate per garantire posizioni e geometrie delle ruote sempre adeguate, sono state oggetto di attenta progettazione. I tradizionali obiettivi come la riduzione delle masse non sospese e il corretto controllo dello smorzamento sono stati raggiunti con l'ausilio di quadrilateri sia anteriormente che posteriormente, e con lo sviluppo e messa a punto del sistema SKYHOOK in grado di effettuare un controllo automatico dello smorzamento.

Sviluppato in collaborazione con Mannesmann-Sachs questo nuovo sistema attivo è in grado di modificare, praticamente in tempo reale e in funzione delle condizioni di marcia, la taratura degli ammortizzatori in alluminio che equipaggiano la Spyder. Sempre per garantire un perfetto grado di controllo della forza motrice è stato montato di serie il controllo elettronico della trazione (ASR) disinseribile a richiesta dal pilota. Riteniamo doveroso sottolineare, a tal proposito, la gestione ottimale del controllo di trazione anche nel caso di partenze da fermo violente con acceleratore premuto a fondo; l'ASR si inserisce quanto basta per scongiurare il pericolo dovuto ad un eccessivo sovrasterzo pur lasciando alla vettura la libertà di manifestare pienamente la propria irruenza. Questo è ciò che abbiamo apprezzato durante le nostre prove di accelerazione da 0 a 100km/h e da 0 a 400m; nel momento della partenza, infatti, pigiando a fondo l'acceleratore, si ottiene una leggera, ma perfettamente controllabile, situazione di sovrasterzo che tende ad intraversare parzialmente la vettura. Il fenomeno, che tende quindi a scomparire durante l'accelerazione in seconda marcia, rende, di fatto, il comportamento dinamico della Spyder sensazionale.

Ma come recita una nota pubblicità "la potenza è nulla senza il controllo" e i tecnici modenesi che ben conoscono questo problema hanno equipaggiato la Spyder con un impianto freni assolutamente in linea con le elevate prestazioni motoristiche di questa vettura. Con una coppia di dischi autoventilanti e forati da 330 mm x 32 mm all'anteriore e dischi pieni da 310 mm x 28 mm al posteriore la Spyder si è fermata, dai 100 km/h, in poco più di 33m, valore incredibilmente basso e molto più dignitoso di tante altre sportive ben più blasonate. Anche le pinze freno, realizzate in lega leggera, denotano una tecnologia ricercata; con quattro pistoncini a diametro differenziato (anteriori 46mm-38mm, posteriori 34mm-30mm) lavorano su pastiglie con materiale d'attrito, Ferodo HP1000, ad alte prestazioni. Completano quindi l'impianto il sistema antibloccaggio ABS Bosch 5.3 a 4 canali con ripartizione della forza frenante tra avantreno e retrotreno. Da sottolineare la presenza di un sistema MSR che interviene per prevenire il bloccaggio delle ruote posteriori in scalata.

Infine, la scocca portante in acciaio, con struttura supplementare in tubi, è integrata da due rollbar individuali, di bella fattura, che proteggono in caso di ribaltamento. Il dimensionamento di ogni parte del telaio è stato studiato per poter superare egregiamente i più severi test di crash relativi alle norme europee e statunitensi fornendo allo stesso tempo elevati valori di rigidità flessionale e torsionale.

E' proprio vero; con la Maserati Spyder si assapora il piacere della sportività e il fascino dell'eleganza, caratteristiche tradizionalmente distintive di questo costruttore. Sicuramente, nel 1912, quando Alfieri ed Ettori Maserati rimpatriarono da Buenos Aires, prendendo dimora a Bologna, non avrebbero mai pensato che, 90 anni dopo, la Ferrari, da sempre il più acerrimo nemico nelle competizioni e sui mercati nazionali ed internazionali, sarebbe diventata la protagonista di una vigorosa politica di rilancio per il costruttore del Tridente.

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