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Primo contatto: Mazda MX-5 restyling – Nuova Mazda MX-5

Sono già passati 20 anni da quando Mazda, con il suo modello MX-5, ha segnato la ripresa dei roadster. Dagli stabilimenti di produzione della casa automobilistica giapponese sta ormai uscendo la terza generazione di questa due posti, che per altro deve fare i conti con parecchi concorrenti.

Per riuscire ad ottenere un buon piazzamento anche negli anni a venire, la MX-5 è stata sottoposta a qualche piccolo ritocco.
Un classico come la Mazda MX-5 va però rimodernato con parsimonia. Un nuovo spoiler anteriore con proiettori dal design rinnovato e la mascherina a griglia a cinque punti, tipica di questo marchio, danno all’auto un tocco di modernità senza però stravolgerne l’aspetto. Lateralmente si notano i nuovi longheroni esterni e il nuovo paraurti che da un effetto di maggiore robustezza. Nel complesso la MX-5, disponibile in versione con softop o con tettuccio pieghevole in lamiera, sembra aver acquisito una maggiore incisività estetica.

Maggiore aerodinamicità

Di fatto, le modifiche apportate alla carrozzaeria non si limitano a migliorare l’impatto estetico dell’auto, bensì influiscono positivamente sull’aerodinamicità. In particolare il bordo inferiore molto sporgente della mascherina a griglia, i deflettori per l’aria più larghi sulle ruote anteriori e gli specchietti esterni dalla configurazione rinnovata ottimizzano le caratteristiche di aerodinamicità.

L’abitacolo della nuova MX-5, invece, è rimasto pressoché invariato. Anche dopo l’intervento di “chirurgia plastica”, questo roadster dalla linea slanciata continua ad essere molto stretto, tanto da essere sconsigliato per le persone alte oltre 1,90 m, in quanto rischiano di urtare spesso le ginocchia contro il volante, di piccole dimensioni, cosa che non solo dà fastidio quando si manovra lo sterzo, ma che rende anche disagevole l’intervento sui pedali.

Poche novità

Chi però riesce a prendere posto comodamente sui sedili dalla morbida imbottitura, molto probabilmente sarà contento di trovare gli elementi decorativi color argento, anziché neri. La distanza tra i due strumenti di forma circolare è stata aumentata, il nuovo contachilometri è illuminato in rosso e i due portaoggetti alloggiati nel tunnel centrale presentano una superficie antiscivolo. Dato l’effetto un po’ troppo modesto delle plastiche applicate nell’abitacolo, forse non avrebbe guastato una scelta di materiali migliori.

Tali “nei” vengono tuttavia ampiamente compensati dall’enorme divertimento che si prova viaggiando a bordo di questo roadster. Riguardo alla propulsione è possibile scegliere sempre solo tra due motori, le cui prestazioni sono rimaste invariate. La versione di base del quattro cilindri da 1,8 litri e 126 CV continua ad essere abbinata al validissimo cambio a cinque marce, che però, grazie al rapporto al ponte ottimizzato, consuma il 4% in meno.   

Nota dolente!

Questo risultato è senz’altro apprezzabile, ma si tratta pur sempre di 7 litri su 100 chilometri e tra l’altro sono dichiarazioni della Casa costruttrice, a fronte delle quali si riscontra in genere sempre un consumo effettivo leggermente maggiore. E per un motore da 120 CV non è affatto poco!

Per il motore a benzina da due litri, più potente e con un numero di giri limite leggermente aumentato (fino a 7.000), è possibile scegliere un cambio a cinque o a sei marce. A quanto pare questo gruppo propulsore consuma circa 7,5 litri di carburante. Come novità assoluta in Europa, per questo motore è possibile ordinare un cambio automatico a sei rapporti, che consuma un po’ di più, ma in compenso conferisce un temperamento decisamente sportivo all’auto..

Su di giri

Il motore da 160 CV è avido di giri e carica potenza soltanto a partire da 3.500 giri, producendo anche un sound gradevole. Con il cambio manuale non è un problema mantenerlo “allegro”, in quanto i rapporti corti incentivano a cambiare marcia nella scatola sincronizzata con la massima precisione. Viceversa, il cambio automatico muove il motore sempre a regimi atti ad ottimizzare i consumi, ma che rendono la guida meno divertente.

Gli ingegneri hanno rielaborato il telaio soltanto in misura limitata, in quanto di fatto non erano necessarie grosse modifiche. Nel complesso la MX-5 risulta ora in grado di offrire un comfort maggiore in quanto neutralizza molto meglio le grosse irregolarità del fondo, cosa che non altera minimamente i suoi talenti sportivi: la distribuzione del peso perfettamente calibrata (50 e 50) garantisce, insieme al baricentro basso, una condotta di guida caratterizzata da una massima agilità, mentre la trazione posteriore provvede al resto.

I prezzi

Per una breve guida sportiva la MX-5 si dimostra davvero un’auto divertente e scattante, grazie anche al suo peso di appena una tonnellata.

Viceversa, per lunghi tratti o per trasportare oggetti, questa Mazda non risulta propriamente ideale: l’abitacolo è stretto e il bagagliaio, sia nella versione con softtop che con hardtop, ha una capacità di 150 litri.

La Mazda è certamente una delle auto più economiche del suo segmento di appartenenza, tuttavia per una due posti da gita di fine-settimana un prezzo minimo di 21.400 € è comunque eccessivo. La versione più potente con motore a benzina da due litri parte addirittura da 26.040 €. Completa di luci allo xenon, soundsystem e climatizzatore arriva in fretta a costare più di 28.000 €.

In conclusione

Le auto orientate al valore d’uso sono altre, tuttavia un roadster non deve essere necessariamente pratico, bensì deve garantire divertimento a chi siede a bordo, cosa che la MX-5 è assolutamente in grado di fare. Essendo nata per la marcia in curva, la Mazda è eccellentemente nella guida sportiva, mentre conducente e passeggero crogiolano i loro visi al sole che bacia l’abitacolo a capote abbassata.

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